Giro d’Italia 2017, Thomas: “Non mi sarei mai immaginato di essere capitano”

Geraint Thomas si racconta alla vigilia della partenza del Giro d’Italia 2017. Il corridore in forza al team Sky prende parte per la prima volta in carriera ad una corsa di tre settimane con l’obiettivo di curare la classifica generale. Il gallese si sente onorato di essere il capitano di una squadra in un grande giro, un ruolo e un’emozione che gli evocano i suoi sogni da bambino, quando prendeva confidenza con il mondo del pedale e fantasticava sulle vittorie da poter conseguire da grande. “Quando ho iniziato a correre in bicicletta, la prima gara che ho guardato alla televisione è stata il Tour de France, insieme alle classiche, corse delle quali mi sono innamorato – esordisce Thomas in un video diffuso dal team Sky dal proprio sito – Mi piaceva il lato tattico di queste gare”. Un sogno che però ha cozzato con la realtà, man mano che il britannico prendeva coscienza di sé e di questo sport. “Sognavo di poter vincere il Tour da piccolo, ma da juniores e da under 23 ho realizzato che vincerlo sarebbe stato molto più complicato di quanto pensassi e che sarebbe già un bene prendere parte a gare del genere ed essere competitivo ad un certo livello”, commenta Thomas.

I sogni, così come gli incubi, sono parte della realtà perché su quest’ultima lasciano la loro ombra. E talvolta, la loro scia può essere colta. Ed è così che Geraint Thomas si trova, a trentun’anni, a ricoprire il ruolo di capitano per una corsa di tre settimane al Giro del centenario. Non è il Tour de France, la corsa dei suoi desideri quando era bambino, ma il gallese non si perde d’animo e sa che, colorato di giallo o di rosa, un sogno va colto. “Ne è passata di acqua sotto i ponti – commenta, con un occhio alla strada percorsa – e ricordo quando da bambino incrociavo i corridori e ne rimanevo affascinato, mentre ora sono qui, dall’altro lato”.

Non solo ricordi e speranze per Thomas, ma anche obiettivi concreti: “Essere capitano al Giro d’Italia 2017 insieme a Landa, in una squadra vincente come la Sky, è qualcosa che nelle categorie giovanili non avrei mai immaginato”, sottolinea l’ex pistard, che definisce la sua nuova sfida “al tempo stesso strana ma anche naturale”. Il nativo di Cardiff sa anche che il suo esordio da capitano in un grande giro avviene in un’edizione speciale della corsa rosa e questo è un dato che non si può fare a meno di considerare, anche nel tentativo di voler coprire l’evidenza. “E’ il centesimo Giro d’Italia, un dettaglio che fa la differenza – spiega – e’ una gara da tre settimane da affrontare come un’altra, anche se so, in fondo, che non è così”.

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